https://youtu.be/8335-DSz7Gk

Libera, Associazioni Nomi e Numeri Contro le mafie nasce nel 1995 da un’idea di Don Luigi Ciotti, già fondatore del Gruppo Abele di Torino.


Associazioni. Libera è una rete di associazioni e coordina più di 1600 realtà nazionali e internazionali, con storia e identità diverse, ma accomunate dall’idea che la lotta alla cultura mafiosa riguardi l’intera società civile. È dunque nell’impegno che i volontari concentrano le proprie energie, formandosi internamente nei Presidi e nei Coordinamenti per poi operare sul territorio: sensibilizzare la cittadinanza, organizzare momenti di formazione per insegnanti e studenti, coinvolgere i giovani nelle attività dei campi estivi basate sull’esercizio della solidarietà, mettere in pratica esperienze di cittadinanza attiva come la partecipazione nelle aule di tribunale ai processi per mafia.


Nomi e Numeri. La memoria delle vittime innocenti delle mafie è fondamentale per alimentare l’impegno. Le vittime riconosciute dagli inizi del XX secolo ad oggi sono più di mille e ricordarle tutte, leggendone i nomi il 21 marzo, significa riconoscere dignità ad ognuna di loro, portarle nel cuore e assumerle come esempio. Fare memoria “viva” vuol dire quindi tradurre il sacrificio delle vittime in responsabilità, nell’azione quotidiana per contrastare la cultura della violenza e del ricatto e costruire un futuro libero dalle mafie, fondato sulla legalità democratica e la giustizia sociale 


Noi, Umanità, Meticciato: sono queste le parole cardine che Don Luigi Ciotti associa a Libera. Insieme, ognuno protagonista nel suo piccolo, con le sue fragilità ma nella consapevolezza che è proprio dal basso che nascono i grandi cambiamenti.

Le mafie si insinuano in un tessuto sociale già disgregato e permeabile all’illegalità e possono arrivare a corrompere vertici amministrativi ed istituzionali, pilotare il consenso politico per aumentare potere e controllo del territorio. La cittadinanza ha però un ruolo fondamentale nell’assumere e diffondere modelli di vita basati sul rispetto del bene comune ma anche nell’esercitare il monitoraggio civico. Essere sentinelle per comprendere meglio come le mafie cambino al cambiare della società e danneggino il tessuto sociale ed economico di un territorio. Occorre un “meticciato” di saperi, ci ricorda Don Ciotti, un “noi” capace di collaborare senza protagonismi e divisioni interne, per conoscere e contrastare efficacemente i meccanismi delle mafie e della corruzione.