A cura di Paolo Sernini

“Pace è mangiare il proprio pane a tavola insieme con i fratelli, è convivialità delle differenze”, questo il pensiero di Don Tonino Bello, Grande Vescovo di Molfetta, e ripetuto da Don Ciotti alla domanda su cosa fosse, per lui, la pace. Parole dal forte impatto, che ci invitano a riflettere su ciò che, nella nostra quotidianità, rischiamo di confondere per pace.

La vera pace non si trova mai negli estremi di un conflitto, perché il conflitto, per sua natura, è l’antitesi della pace.

“[…] L’unico conflitto che va sostenuto, auspicato, è quello che avviene all’interno delle nostre coscienze perché una coscienza pacificata è una coscienza inerte. Le guerre, le mafie, le ingiustizie sono frutti malati di coscienze assopite, addomesticate, a volte anche manipolate, perché una coscienza vigile, inquieta, ricercatrice di verità e di giustizia non si piegherà mai alla logica delle armi e del sopruso.”, le parole di Don Ciotti durante il suo discorso a Napoli in occasione della commemorazione di quest’anno della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, avvenuta il 21 marzo.

E ancora: “La società individualistica, in cui ciascuno bada al proprio interesse, è intrinsecamente violenta […]”.

 Lo sanno bene le realtà che insieme a Libera Asti compongono la rete Welcoming che, coesa e affiatata, ha rinnovato il suo impegno e la sua sensibilità verso le tematiche antiviolenza durante i Presidi settimanali per la Pace, con l’obiettivo di “spezzare il circolo mortale della guerra che infuria in Ucraina e in tante altre parti del mondo”.

Questi Presidi, che per Asti si tengono in Piazza San Secondo ogni sabato alle ore 12 e che termineranno solo alla cessazione delle ostilità, sono condotti a turno dalle diverse associazioni della rete, con un minuto di silenzio in apertura e musiche che si alternano a letture e testimonianze; da Don Ciotti, a Gino Strada, a Papa Francesco, passando per le poesie di Bertold Brecht o di Gianni Rodari  fino ai rapporti drammatici di Save the Children o Amnesty International.

Mafia e Guerra, due realtà ai nostri occhi così concettualmente lontane, ma frutto in realtà dello stesso desiderio di prevaricazione che ancora acceca il nostro essere e crea ingiustizia sociale. Questa falla può essere solo tappata con la sensibilità e la coscienza. La sensibilità di mettersi nei panni del prossimo e la coscienza di sentirsi responsabili della sofferenza dell’umanità.

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