Sabato 26 marzo 2022 ore 12

Piazza San Secondo, Asti

Presidio curato dal Coordinamento provinciale di Libera Asti

Presidio per la PACE

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Stralcio dal discorso di Don Ciotti tenuto a Napoli il 21 marzo

Le mafie e le guerre, la radice che le fa germogliare è la stessa, è quella della violenza. Da cosa nasce la violenza?

Innanzitutto dall’ignoranza del mondo, della vita e di sé stessi. Se fossimo tutti più coscienti della nostra fragilità legata alla condizione di esseri mortali non sentiremmo l’impulso a farci del male e all’essere violenti, perché ferire e uccidere gli altri sarebbe come ferire e uccidere noi stessi. Sentiremmo invece il bisogno di volerci bene, di amarci, e, se necessario, di soccorrerci. Nessuno verrebbe lasciato solo. Le comunità da sempre nascono da un comune sentimento di fragilità.

  La società individualistica, in cui ciascuno bada al proprio interesse è intrinsecamente violenta . L’idolatria del denaro e del potere genera la violenza delle organizzazioni criminali e delle guerre.

 Perché  tanti hanno taciuto e continuano a tacere  di fronte alle  guerre che continuano a spargere sofferenze nel mondo?  Le guerre nel mondo in questo momento sono trentaquattro. Certo abbiamo una guerra alle porte di casa nostra, una grande potenza che schiaccia. Ma perché non abbiamo messo testa sulle altre 33 guerre che ci hanno accompagnato e ci accompagnano?

 È giusto, è doveroso  essere vicini alla vita e alle  persone che stanno soffrendo in Europa, è un dovere e una responsabilità, ma non abbiamo parlato delle altre guerre perché non toccano i nostri interessi o li toccano solo in certi momenti.

Perché il silenzio di fronte ai continui soprusi di un sistema economico che, con l’alleanza e la compiacenza di una parte del potere politico, ha colonizzato, sfruttato e depredato vaste regioni del pianeta costringendo milioni di persone a fuggire? Il loro migrare è una deportazione indotta. Quante vittime, e tutto questo avviene sotto gli occhi del mondo. Sono molto contento che , trovando delle deroghe in Europa, si sono aperte le porte dell’accoglienza per i nostri fratelli dell’Ucraina, ma se hanno la pelle nera i percorsi che fanno sono ancora molto complicati. Non è semplice, non è facile, non è retorica, il Mediterraneo continua a essere il cimitero della speranza di migliaia di persone..  Lasciatemi dire “Ma dove sei Europa ?”.

 L’unico conflitto che va sostenuto , auspicato,  è quello che avviene all’interno delle nostre coscienze  perchè una coscienza pacificata è una coscienza inerte.

Le guerre, le mafie, le ingiustizie  sono frutti malati di coscienze assopite, addomesticate, a volte anche manipolate, perchè una coscienza vigile, inquieta, ricercatrice di verità e di giustizia non si piegherà mai alla logica delle armi e del sopruso.

 E’ tempo di riprendere in mano la guida della storia e di trasformarla per sempre in storia di pace. Tocca anche a noi assumerci  la nostra parte di responsabilità . E quanta sofferenza nell’avere visto che la camera abbia approvato nei giorni scorsi  un ordine del giorno per l’aumento, fino al 2 per cento del Pil, delle spese militari. Una scelta antistorica, immorale in tempo di crisi economica. Significherà passare da 68 milioni a 104 milioni di euro di spesa giornaliera, e da 25 a 38 miliardi ogni anno; è immorale in tempo di crisi aumentare la spesa in questa direzione.

E’ un ‘bagno di sangue’ economico per l’incapacità di dire basta ai bagni di sangue umani.

Pensieri di Don Ciotti sulla guerra in Ucraina

28 Febbraio 2022

L’inaccettabile invasione di Putin all’Ucraina nasce da una ‘pace armata’: tante erano e in parte ancora sono le guerre nel mondo, ma erano guerre di cui l’Occidente non s’interessava perché non toccavano i suoi interessi o in certi casi li facevano”. 

Oltre quello che si sta combattendo sul territorio ucraino, il mondo continua a essere luogo di sanguinosi conflitti. “Le guerre  resistono e lasciano immutata nel tempo la situazione per i civili, che continuano a essere le vittime preferite dei conflitti moderni: circa il 90 per cento delle morti totali. Nel 2020 si sono riaccesi conflitti sopiti da anni e la spesa militare è aumentata. Lo Stockholm international peace research institute (Sipri) calcola che nel corso dell’anno l’investimento in armi sia cresciuto del 2,6 per cento, arrivando a 1.981 miliardi di dollari, il valore assoluto più alto registrato dall’ente di ricerca dal 1988. L’Europa ha speso 378 miliardi di euro”.

“Per questo non basta mobilitarsi, protestare contro l’atto di forza russo e mostrare solidarietà verso il popolo ucraino, ingiustamente aggredito. Bisogna costruire le condizioni per una pace non armata, non contingente, non basata su interessi economici convergenti ma su un’etica globale della condivisione, della corresponsabilità, della fratellanza. Non c’è pace senza giustizia, non c’è vita senza coscienze inquiete, coscienze in costante e fecondo conflitto”.

Intervista a Don Ciotti sulla pace

D. Cos’è per te la pace?

R. Don Tonino Bello, grande vescovo di Molfetta, ha scritto che la pace «non è semplice distruzione delle armi. Pace è mangiare il proprio pane a tavola insieme con i fratelli, è convivialità delle differenze». Sono parole di grande forza: convivialità deriva da cum vivere, cioè vivere con, vivere insieme. Convivialità è aprirsi pienamente alla relazione con gli altri, non accontentarsi di vivergli accanto. Così si costruisce la “pace”: imparando a non selezionare i compagni di viaggio, accogliendo anche chi ha percorsi e riferimenti molto lontani dai nostri. Ossia le persone migranti, deboli, emarginate, quelle materialmente povere come quelle che sono povere “dentro”, segnate da fragilità esistenziali, incapaci di trovare un senso alla propria vita. Costruire la pace significa costruire prossimità. La politica ha il compito di creare le condizioni perché ciò diventi possibile, dando corpo, realtà, concretezza, a ciò che sta scritto in tante carte. Documenti come la Costituzione italiana o la Dichiarazione universale dei diritti umani, che sanciscono che la dignità di ogni uomo è il fondamento imprescindibile della libertà, della giustizia e della pace del mondo. Il Papa ha usato recentemente parole che mi sento di condividere: «Il mondo – ha detto – ha bisogno di uomini e donne pacifici e pacificatori». Nessuno può accontentarsi di “starsene in pace” su questo tema: la pace chiede a tutti un contributo attivo

Che cosa si può fare adesso per questa guerra?

Rosy Bindi La via Libera, 17 marzo 2022

Ora questa guerra va fermata perché le conseguenze sono già insostenibili e tragiche per il popolo ucraino e potrebbero diventarlo presto per l’Europa e anche per tutto il mondo. Per l’Europa si apre una fase nuova: il dividendo della pace del quale abbiamo usufruito negli ultimi anni non è più scontato. Dovremo avere il coraggio di affrontare la crisi dei nostri sistemi democratici e l’Europa dovrebbe finalmente assume un ruolo di protagonista nelle relazioni internazionali per aprire una stagione in cui sia davvero possibile coniugare pace e giustizia sociale, coesistenza pacifica e promozione integrale della dignità umana.

Questa guerra va fermata accompagnando le parti al tavolo delle trattative. Va accompagnato Putin attraverso le sanzioni e soprattutto l’isolamento dal resto del mondo, mostrando fermezza contro ogni mira imperialista e chiedendo la cessazione delle ostilità. Va accompagnato Volodymyr Zelensky con la solidarietà, gli aiuti umanitari, il rispetto, l’accoglienza dei profughi, con il sostegno alla resistenza senza cedere alla tentazione dell’escalation militare e senza esporre la popolazione a conseguenze ancora più tragiche.

Al tavolo dovrà esserci un facilitatore che abbia davvero a cuore il superamento di questa follia e il raggiungimento di una mediazione, di un compromesso giusto e rispettoso delle attese ragionevoli delle parti in causa.

Gino Strada sulla guerra

Io non credo nella guerra come strumento. C’è un dato inoppugnabile: che la guerra è uno strumento ma non funziona, semplicemente non funziona. Le guerre vengono dichiarate dai ricchi e potenti, che poi ci mandano a morire i figli dei poveri. Le guerre appaiono inevitabili, lo appaiono sempre quando per anni non si è fatto nulla per evitarle. La guerra è un atto di terrorismo e il terrorismo è un atto di guerra: il denominatore è comune, l’uso della violenza.

Le vittime di una guerra, qualsiasi guerra, sono sempre i civili, che non hanno colpe. Ecco perché la guerra è sbagliata in sé. Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi.

La guerra ed i Bambini

Sono almeno 117 i bambini che hanno perso la vita nel conflitto in Ucraina dal 24 febbraio, giorno dell’invasione della Russia. Lo ha denunciato la commissaria della Verkhovna Rada (Parlamento ucraino) per i diritti umani, Lyudmila Denisova, sottolineando che è impossibile determinare il numero esatto visti i combattimenti in corso in molte aree del Paese. Lo riporta la Bbc.
Un totale di 93.236 minori sono stati uccisi o mutilati nei conflitti negli ultimi 10 anni. Ciò significa che ogni giorno in media sono morti o rimasti feriti 25 bambini, l’equivalente di un’aula piena di alunni. Lo rivela il rapporto “Killed and Maimed: A Generation Of Violations Against Children In Conflict”, diffuso da Save the Children.

I bambini giocano alla guerra

poesia di Bertold Brecht

I bambini giocano alla guerra.
È raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
È la guerra.
C’è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.

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